La memoria di Narni

“Tra il monte Maggiore di Narni e la Montagna di Santa Croce” di Bartolini-Faustini

Nel libro si rendono note le iniziali ricerche su alcuni siti che si trovano tra la propaggine settentrionale di Narni e la zona iniziale delle gole del Nera.

Emergono così edifici chiesastici dei quali si era persa in parte la memoria, mentre di altri si ipotizza l’ubicazione, si individua un borgo posto tra il ponte medievale e porta Polelli, detto di Santo Spirito, che forse ospitò anche l’ospizio “Gesù e Maria” fondato dal cardinale Giuseppe Sacripante nel 1693.

Si dà credito all’ipotesi già avanzata da altri studiosi sulla preesistenza di una chiesa nella zona dove poi sorse il santuario della Madonna del Ponte e si citano alcuni documenti relativi ad una sorgente detta Acqua Santa che, valorizzata a partire dai primi anni del Cinquecento, si riteneva avesse proprietà curative e taumaturgiche.

Non poteva passare inosservato il monumento che per eccellenza identifica tale area, ovvero il ponte d’Augusto; su questa ardimentosa struttura romana gli autori avanzano un’ipotesi piuttosto interessante e, semmai, tutta da approfondire, ovvero che tale ponte abbia svolto anche la funzione di acquedotto, come poi già scrissero alcuni viaggiatori del Grand Tour. Ruderi e imponenti vestigia che in diverse occasioni destarono ben altre curiosità, come la ricerca di ipotetici tesori; le domande di autorizzazione alle indagini furono diverse, come quella accompagnata da una credenziale di Federico I Cesi duca di Acquasparta.

Nel libro si rendono note le iniziali ricerche su alcuni siti che si trovano tra la propaggine settentrionale di Narni e la zona iniziale delle gole del Nera.

Emergono così edifici chiesastici dei quali si era persa in parte la memoria, mentre di altri si ipotizza l’ubicazione, si individua un borgo posto tra il ponte medievale e porta Polelli, detto di Santo Spirito, che forse ospitò anche l’ospizio “Gesù e Maria” fondato dal cardinale Giuseppe Sacripante nel 1693.

Si dà credito all’ipotesi già avanzata da altri studiosi sulla preesistenza di una chiesa nella zona dove poi sorse il santuario della Madonna del Ponte e si citano alcuni documenti relativi ad una sorgente detta Acqua Santa che, valorizzata a partire dai primi anni del Cinquecento, si riteneva avesse proprietà curative e taumaturgiche.

Non poteva passare inosservato il monumento che per eccellenza identifica tale area, ovvero il ponte d’Augusto; su questa ardimentosa struttura romana gli autori avanzano un’ipotesi piuttosto interessante e, semmai, tutta da approfondire, ovvero che tale ponte abbia svolto anche la funzione di acquedotto, come poi già scrissero alcuni viaggiatori del Grand Tour. Ruderi e imponenti vestigia che in diverse occasioni destarono ben altre curiosità, come la ricerca di ipotetici tesori; le domande di autorizzazione alle indagini furono diverse, come quella accompagnata da una credenziale di Federico I Cesi duca di Acquasparta.

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